-- Una profonda conoscenza di lui --

Sir 24,1-2.8-12; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18;

 -- (riflessione di p.Sergio Bastianel SJ) --
 
Paolo dice ai cristiani di Efeso che egli conosce la realtà della loro fede vissuta nella carità, egli sa che è dono di Dio e sa che essi lo hanno accolto e lo vivono questo dono.
 
Paolo non è un semplice spettatore di questo, l'operare di Dio nei credenti lo riguarda perché anche lui conosce questo operare nella propria vita, perché la comunione con Dio è comunione nel suo operare, è comunione con coloro nei quali egli opera. Perciò egli prega ringraziando il Signore per la fede e l'amore degli efesini. Non ringrazia occasionalmente, ma continuamente. Appartiene alla sua relazione con Dio la gratitudine per la vita credente che vede negli efesini.
 
Perciò, quando li ricorda nella preghiera chiede al Signore che egli continui ad operare in loro, chiede che “vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui”. Chiede al Signore di far maturare ulteriormente la loro fede, in profondità di comunione sperimentata e capita.
È ciò che possiamo anche noi chiedere gli uni per gli altri, come dono di Dio che renda vita nostra la comunione che in Gesù Cristo ci è donata: che egli “illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi”.
 
Il Signore ci dia la sapienza di vita di coloro che accolgono la sua parola e la vivono. Ci dia di riconoscere il suo farsi carne, la sua presenza nella storia, il dono di poter vivere con lui nella nostra storia.
 

 

 

 

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