IV domenica di Pasqua: At 13, 14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14-17; Gv 10,27-30
(riflessione di p.Sergio Bastianel sj)
In tanti modi il ricordo dei discepoli, nei Vangeli e negli Atti in particolare, ci fa presente la loro fragilità e la forza delle avversità che incontrano. Ma ciò sottolinea l'efficacia della grazia che è donata loro.
Nelle immagini del vangelo di oggi, Gesù li conosce, ha con loro una relazione che li rende capaci di riconoscerlo, ascoltano la sua parola e si fanno condurre da lui: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.
Questi discepoli sono con lui e questa è la salvezza della loro vita. Il loro essere con il Signore è vita che non muore, è dono di Dio, efficacia del suo amore. Nulla e nessuno può vanificare questa realtà. Il dono che l'incarnazione e la pasqua, l'amore del Padre in Gesù, compiono per la salvezza degli uomini è vivo e operante in questi discepoli.
E così il vivere ed operare dei discepoli è efficace per la salvezza del mondo. Una efficacia alla maniera in cui Gesù è il Signore. Una efficacia che conserva la dimensione del mistero, ma di cui si possono vedere tracce riconoscibili: vedete questi discepoli.
Signore, compi la tua opera in noi e attraverso di noi.